12 giorni in Scozia, Isola di Skye ~ Scozia casa di fate e orizzonti verdi

~ itinerario di 12 giorni in Scozia: day 10 ~

Potrei dire senza esitazione che questa è la parte di Scozia che più ho amato.

Che se esistessero fate ed elfi sicuramente, senza alcun dubbio, abiterebbero qui a Skye, che quest’isola da subito mi ha fatto pensare a fiabe e leggende e che nei suoi paesaggi così d’altro mondo la cosa in effetti parrebbe plausibile.

Che nel nome evocativo e che mi fa pensare ogni volta alla parola cielo che si è aggiunta per errore una vocale di troppo, si rimandi già di per se all’incanto di queste terre. E forse non a caso una delle possibili etimologie del nome è proprio skitis, in celtico alato.

Potrei dire che una volta visitata Skye non si dimentica, che l’occhio cerca di figurarsi nuovamente quel verde così intenso mai più trovato altrove, che la mente o il cuore in un moto terapeutico riportano a galla la calma placida dei suoi ambienti sterminati.

Di Skye potrei dire molto, parlare tanto, e allo stesso tempo far mia la consapevolezza che le solite consumate parole siano insufficienti: bella, bellissima, stupenda, senza esagerare.

Vorrei comunicare l’Isola non a lingua scritta, non a lettere, perché nel momento in cui mi sono trovata in cima al Quiraing, in quell’esatto momento in cui dall’alto potevo vedere la distesa verdissima sotto di me fino all’orizzonte, mi sono sentita un puntino microscopico, capitata per caso e per fortuna nel mezzo dell’immensa bellezza della nostra Terra.

Mai come in nessun altro posto al mondo visto fino ad allora (e avrei dovuto trovarmi di fronte a Shibuya per la prima volta l’anno successivo per provarlo nuovamente) ho sentito di venire stretta da una morsa simile di meraviglia, incapace di credere eppure di fronte, come se la vita mi scorresse davanti a velocità doppia e io non fossi in grado di afferrarla o descriverla, ma solo sentirla in tutto il suo tumulto.

Skye è questo per me, un’isola che pare uscita dal più bello dei desideri

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il viaggio che mi porta a Skye inizia così, una giornata in pullman, ripercorrendo i miei passi e avventurandomi oltre, dall’estremo nord di Thurso di nuovo nel centro della Scozia.

Il bus sfila lungo i meravigliosi paesaggi che aprono la valle del Glencoe (che avrò modo di visitare successivamente), mi permette una sbirciatina al magnifico Eilean Donan Castle e infine mi deposita nel tardo pomeriggio a Kyle of Lochalsh.

Crocevia tra il ponte di Skye e il resto della Scozia, questa piccola città di casette bianche che si affacciano sul Loch Carron, diventa occasione per una passeggiata sul lungolago, nell’attesa che giunga il treno che mi porterà fino all’ostello.

Un treno a due carrozze che corre su un solo binario, avanti e indietro, collegando gli ancora più microscopici villaggi sperduti tra le pieghe del Loch, è lì che sono diretta, nell’entroterra scarsamente abitato di questa parte di Scozia.

Il Stationmasters Lodge è uno dei più belli ostelli (o forse il più bello oserei dire) in cui sono mai stata.

Si trova a Stromeferry, un villaggio di 10 case posato tra la riva del Loch Carron e le tonde colline retrostanti fittissime di boschi.

Un tempo era la casa del capostazione, custode di quell’unico binario solitario su cui il treno oggi passa solo 2 volte al giorno: un grosso cartello in stazione, una volta scesi, ci avvisa gentilmente che a questo punto non c’è modo di tornare indietro fino al mattino successivo.

A gestirlo l’ostello sono un gruppo di amici, quelli che noi abbiamo amorevolmente soprannominato gli sballuni, sorta di rockettari made in Scotland, capelli e barba lunghi, incolti e aggrovigliati, che alle 7 di sera esordiscono con un: “It’s nearly beer o’clock” (frase che rimarrà nella storia dei miei viaggi nei secoli dei socoli amen), pescano il pesce direttamente dal Loch e se lo grigliano davanti ai nostri occhi, senza un pensiero o una preoccupazione in testa .. ed in effetti abitando in un posto del genere uno che problemi dovrebbe mai avere?

A vederli non gli daresti due soldi per quanto riguarda la gestione di un ostello, invece il Stationmasters è tirato a lucido, pavimenti di legno accogliente, stanze arredate in maniera dolce, e gli sballuni che rassettano, rimettono a posto i letti, lucidano a specchio i bagni con una cura impeccabile.

Tralasciando il fatto che fuori in una cabina inglese arrugginita coltivino pomodori per un qualche strano motivo (vedere foto sopra), dentro hanno acceso la stufa e sedendosi sul divano del salotto proprio davanti al fuoco si ha una meravigliosa vista del Loch, meraviglie di un ostello costruito proprio sulla riva.

E’ uno di quei momenti di viaggio idilliaci, sorseggio un tè da una tazza con su scritto “keep calm & rock on” al calduccio con lo sguardo rivolto verso quel paesaggio spettacolare, un abbraccio di colline verdi e un mare d’acqua calma.

Prima che il buio scenda del tutto ci avventuriamo in una breve esplorazione dei boschi circostanti, alla scoperta di questo piccolo paradiso per amanti della natura e delle passeggiate, ispirati da una vena auto-distruttrice e dalla poesia dei paesaggi decidiamo allora per il mattino seguente di svegliarci all’alba e concederci il sole che sorge sul Loch Carron.

Una levataccia che è anche una ricompensa, seduti sull’accesso delle barche all’acqua, il verde dei boschi e l’azzurro del cielo si riflettono nel Loch immersi in una luce limpidissima.

E’ così che facciamo amicizia con il guardiacaccia della zona, una sveglia suonata troppo presto, occhi appiccicati, felpe enormi a ripararci e tanta ammirazione per il Loch e i suoi colori.

Vive in una casetta in pietra con il comignolo che sbuffa fumo (no, non è Hagrid) giusto di fronte all’ostello, ci prepara tè e biscotti e decide di tirare fuori l’armamentario militare in suo possesso per mostrarci i cervi che pascolano dall’altra parte del Loch e l’ancora più minuscolo villaggio in cui è nato.

(potete ammirarmi sopra con un fucile -scarico- più grosso di me, con il mirino riuscivo a vedere perfettamente la riva opposta)

Riprendiamo il treno in mattinata e arriviamo a Kyle of Lochalsh giusto in tempo per partire con il tour di Skye che ho prenotato. Per ovviare alla mancanza di una macchina e al fatto che anche a Skye i trasporti pubblici che permettono di arrivare alle principali attrazioni non siano comodissimi, ho di nuovo scovato un altro tour interessante.

La compagnia Skye Tours organizza dei viaggi in minibus (quindi massimo una decina di persone) in cui l’autista e guida, rigorosamente un nativo dell’Isola, ti accompagna e spiega lungo il percorso la storia di Skye e dei suoi paesaggi.

La visita include diverse fermate nei luoghi più famosi di Skye, con la possibilità di fare comodamente delle foto ad ogni fermata e cercare qualcosina da mangiare a Portree.

Il costo è di 35£ a testa.

La visita parte alle 11.30 con pick up alla stazione (se arrivate da fuori Kyle of Lochalsh),

alle 11.45 all’ufficio della compagnia nel grande parcheggio di Kyle of Lochalsh,

11.50 pick up a Kylekin (paese appena oltre il ponte di Skye)

12 pick up all’ufficio postale di Broadford

12.20 Sligachan Hotel

13.30 Portree a Somerled Square.

Vi consiglio di prenotare in modo da essere sicuri di avere un posto, io ho fatto tutto tramite mail e sono stati davvero gentili, ho amato alla follia i luoghi inseriti nel giro e apprezzato molto le spiegazioni.

Nel caso in cui pernottiate a Potree o in qualche altra località di Skye si fermeranno per farvi scendere a Portree alla fine del giro intorno alle 16, prima di proseguire nuovamente verso Kyle of Lochalsh.

Questo per me è stato fondamentale visto che avevo lostello a Portnalong, uno sperdutissimo posto nell’entroterra di Skye (ormai avrete capito che se non è così sperduto che per arrivarci devi venderti l’anima non mi piace) e c’era un unico bus alle 17.45.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La prima meta della giornata è lo Sligachan Bridge e il magnifico paesaggio delle Cuillins alle sue spalle, catena montuosa che si divide tra le più alte Black Cuillin, chiamate così perché composte da roccia magmatica scura, e le rosse Red Cuillin che devono invece la propria colorazione al granito.

Lo Sligachan Bridge posato così nel nulla della natura, senza grandi città ad accompagnarlo, ad archi sopra un piccolo ruscello, ci accoglie avvolto in una nebbia che si infoltisce salendo verso le montagne, tanto da sembra il ponte di una di quelle storie nordiche di troll.

Il minibus si ferma, concede una passeggiata, poi riparte, procedendo in direzione Portree, la città più grande dell’Isola di Skye, un piccolo centro di casette in pietra, qualche negozio di souvenir, ristoranti e pub, un posticino perfetto per fare pranzo vista l’ora.

Noi scoviamo nel porticciolo, riconoscibile per le casette pastello, un vecchio baracchino di Fish and chips dall’insegna blu scrostata dalla salsedine, in cui il pesce appena pescato viene fritto sul momento.

Il fish ad chips consegnato fumante in una carta unta di giornale, lo consumiamo seduti sul molo, osservando la pigrizia e la lentezza del via vai delle barche.

Una breve camminata ci porta subito dopo a scoprire la vista più bella di Portree.

Percorrendo la strada, che da un lato del porticciolo, si inerpica su per la collina, avrete una visuale perfetta delle inconfondibili casette pastello di cui vi ho parlato prima.

Le prossime tappe del tour prevedono invece 3 dei paesaggi più spettacolari dell’Isola, quelli che sì è vero, vedi e rivedi mille volte durante la preparazione del viaggio, ma ai quali dal vivo nonostante ciò, non sei mai veramente pronto, non abituato, nemmeno grazie all’estrema fruibilità di pezzetti di mondo virtuali, alla bellezza vissuta e sentita in prima persona.

Per quanto si possa aver già visto in pixel, una volta varcata la Penisola di Trotternish, un vero covo di meraviglie paesaggistiche, ci si innamora, più profondamente, e di nuovo d’accapo della Scozia sognata prima di partire.

Il primo magnifico scenario a farsi avanti è quello dell’Old Man of Storril Vecchio di Storr, non una persona, affatto, ma un monolito alto 55 metri, che come in Scozia spesso accade, ha trovato la propria personificazione nelle fattezze di un anziano

. E così un po’ in effetti me lo immagino, composto, imperturbabile, a guardia, da quel suo punto privilegiato, del mondo sottostante.

La tappa successiva è la caratteristica Kilt Rock, non semplici rocce, ma altissime scogliere, chiamate così per via delle proprie pieghe rocciose, simili a quelle di un kilt scozzese. Le Kilt Rock si trovano a metà strada tra Portree e Staffin (altra importante città di Skye) e dal punto panoramico si può non soltanto osservare la loro conformazione e l’oceano in cui si abissano, ma anche vedere le Mealt Falls, una cascata che scende per 60 metri lungo le pareti di roccia per poi gettarsi in mare.

Conclusa la sosta alla Kilt Rock ci apprestiamo a salire lungo i tornanti del Quiraing, un altopiano di origine vulcanica.

Solo una volta giunti in cima, fermi in una piazzola strettissima sul ciglio della strada, ci si rende veramente conto di cosa sia questa zona di Scozia, una vera assoluta meraviglia della natura e per me il ricordo più vivido e intenso di tutto il viaggio.

Forse dovrei limitarmi ad essere parca di parole e a dirvi: andate e guardatelo con i vostri occhi, siate partecipi, tornate e ditemi anche voi quali e quante parole vi manchino di fronte a un simile spettacolo.

Il Quiraing, per quanto mi riguarda, non può essere descritto, può essere solo vissuto, troppo verde e troppo magnifico per capacitarsene.

Ultima tappa del viaggio sono Uig e le Fairy Glen, si tratta di basse e talvolta davvero piccole colline dalle linee tonde e sfumate, sulle quali cresce un folto strato di muschio e erba morbida, inframmezzate da pozze d’acqua, si succedono in successione o spuntando casualmente in mezzo al profilo lineare della zona. Arrampicandosi in cima ad una delle collinette si può vedere quanto il paesaggio sia, come in effetti suggerisce il nome stesso, alquanto fatato.

C’è chi addirittura suggerisce che le collinette del Fairy Glen altro non siano che dimora di fate.

E che Skye possa essere davvero abitata da esseri magici, non solo per una mia personale associazione di paesaggi, fantasia e nomi suggestivi, qui in questo luogo, così morfologicamente bizzarro, pare plausibile,

Se fossi una fata non scegliere altra abitazione che non fosse questa.

Su Skye che è verde da non crederci e che in effetti sembra frutto di magia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Se questo itinerario ti è piaciuto puoi trovare QUI il resto dell’itinerario di 12 giorni in Scozia

→ Glasgow ~ day 1 & 2 

→ Edimburgo ~ day 3, 4 & 5 

→ Aberdeen e Duntter Castle ~ day 6 

→ Inverness e Loch Ness ~ day 7 

→ Thurso e Whaligoe Steps ~ day 8 

→ Isole Orcadi ~ day 9 




Sei mai stato sull’Isola di Skye o in Scozia? 

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Vi lascio con alcune foto divertenti dell’ostello in cui sono stata a Skye, chi lo ha pensato ha un certo senso dell’umorismo, e oltre a essere carinissimo è pieno di scritte spiritose o citazioni, disegni sui muri, cartelli divertenti e chiamandosi Skyewalker Hostel i personaggi di Star Wars spuntano qua e là (I see what you did there … l’ho detto che i proprietari hanno il senso dell’umorismo). 

Ve lo consiglio davvero, l’unica cosa a cui dovete stare attenti è il fatto che Domenica il minibus sganghero che fa la tratta Skyewalker Hostel-Portree e viceversa non passa, quindi è necessario farsi venire a prendere piuttosto presto da un taxi (noi abbiamo pagato sulle 40£ da dividere in 3) in modo da poter prendere il pullman Citylink che porta fuori da Skye (in generale i pullman la Domenica sono molti meno, quindi controllate bene gli orari anche dei Citylink). 

Vi dico solo che in una vetrinetta c’era un cervello finto dentro un barattolo di salamoia con un cartellino che riportava “cervello del cliente n°33854830984034875 che ha chiesto quando passa il bus la Domenica“. 


Ve l’ho detto: SENSO DELL’UMORISMO. 

 

 

 

 

 

 

 

NB: Luke Skywalker con la sciarpetta in tartan … MUORO :’D

 

 

19 Comments

  1. Veronica Sala
    12 Gennaio 2018

    Bellissimo articolo! Skye è nel nostro programma per marzo/aprile, non vediamo l’ora di andarci e di provare tutte quelle sensazioni che hai descritto benissimo.

    Rispondi
    1. Stefania - Prossima Fermata Giappone
      13 Gennaio 2018

      Ciao Veronica grazie per essere passata 🙂
      Skye è stato in assoluto il luogo che più ho amato del mio on the road in Scozia ( e battere gli altri luoghi era già difficile ahah) vi seguirò super volentieri per ritrovare un po’ di bellissima Scozia!!

      Rispondi
  2. Veronica
    12 Gennaio 2018

    Bellissime foto e itinerario molto interessante! Magari l’anno prossimo riuscirò a fare un viaggio in Scozia anch’io!

    Rispondi
    1. Stefania - Prossima Fermata Giappone
      13 Gennaio 2018

      Ciao Veronica, grazie per essere passata 🙂
      incrocio le dita, l’on the road in Scozia secondo me è uno dei viaggi più belli che si possano fare!
      Il Paese in se è meraviglioso, le persone sono meravigliose, ho dei ricordi bellissimi!

      Rispondi
  3. Una foto più bella dell’altra!! Complimenti!
    Un psoto che sogno!

    Rispondi
    1. Stefania - Prossima Fermata Giappone
      17 Gennaio 2018

      Grazie mille. La Scozia è una vera meraviglia e Skye è semplicemente da sogno, il luogo che più ho amato del mio on the road!

      Rispondi
  4. eleonora trovato
    13 Gennaio 2018

    Mi hanno sempre parlato della Scozia come di un posto incantevole, spero di poter andare un giorno, farò sicuramente tesoro del tuo post e delle tue bellissime foto

    Rispondi
    1. Stefania - Prossima Fermata Giappone
      17 Gennaio 2018

      Grazie Eleonora per essere passata 🙂 sono sicura che quando andrai in Scozia te ne innamorerai perdutamente! Ha dei paesaggi incredibili è dire poco!

      Rispondi
  5. Daniela
    14 Gennaio 2018

    Bellissimo articolo, bellissime foto ed itinerario meraviglioso. Io sono anni che desidero andare in Scozia ma alla fine vince sempre un’altra meta. Ma prima o poi ci vado!

    Rispondi
    1. Stefania - Prossima Fermata Giappone
      17 Gennaio 2018

      Grazie mille 😀 sono sicura che ti innamoreresti della Scozia, è veramente un luogo incredibile! Sicuramente prima o poi devi concederle una chance

      Rispondi
  6. Tanja
    14 Gennaio 2018

    Bellissime foto e articolo super dettagliato e utilissimo. Complimenti!

    Rispondi
    1. Stefania - Prossima Fermata Giappone
      17 Gennaio 2018

      grazie mille 🙂 la Scozia è proprio fotogenica di suo mi sa ahah contenta di essere riuscita a dare dei buoni spunti!!

      Rispondi
  7. Mysocialtravel
    19 Gennaio 2018

    Che foto meravigliose! La Scozia è sicuramente nella mia travel wish list! Mi salvo il tuo post per il futuro 🙂

    Rispondi
    1. Stefania - Prossima Fermata Giappone
      22 Gennaio 2018

      Grazie mille 😀 sono sicura che la Scozia ti incanterebbe, ci sono alcuni dei paesaggi più incredibili che io abbia mai visto!!

      Rispondi
  8. Elisa
    22 Gennaio 2018

    Il posto incantevole e anche l’ostello! Che forza i rockettari scozzesi! non sono mai stata in Scozia, spero di rimediare presto!

    Rispondi
    1. Stefania - Prossima Fermata Giappone
      22 Gennaio 2018

      Credo che non dimenticherò mai e poi mai quell’ostello X°D ancora adesso ci facciamo grosse risate ogni volta che ne parliamo! Oltre ai proprietari poi era un vero spettacolo la location!

      Rispondi
  9. Maurizio
    1 Aprile 2018

    I miei complimenti per tutto e per le meravigliose fotografie.
    Maurizio

    Rispondi
    1. Stefania - Prossima Fermata Giappone
      8 Aprile 2018

      grazie mille 😀

      Rispondi
  10. Laura
    16 Settembre 2018

    Skye sembra davvero uscita da un racconto di fate e folletti. Ho trovato molto utili i tuoi consigli sugli ostelli, a volte sono davvero la sistemazione ideale. Da inserire assolutamente come tappa in un viaggio in Scozia.

    Rispondi

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