Hakone ~ natura e terre vulcaniche a un passo da Tokyo

 

 

La zona di Hakone, non molto lontana da Tokyo, è un esempio di come il Giappone non sia solo grandi città
all’avanguardia, ma anche natura, rigogliosa e curata con estremo orgoglio.
Basta voltare un attimo lo sguardo poco più in là della capitale per ritrovarsi tra boschi meravigliosi,
laghi e aree termali. E se si è fortunati e la giornata abbastanza limpida il Fuji fa capolino all’orizzonte rendendo il paesaggio qualcosa di unico.

 

Arrivare ad Hakone è molto semplice, la Odakyu con il suo Hakone Freepass offre un ottimo compromesso. Si parte da Shinjuku e si arriva ad Odawara, da qui un altro treno porta fino ad Hakone Yumoto da cui è possibile prendere tutti gli altri mezzi di trasporto per poter girare la zona comodamente. Infatti il pass comprende tutti i mezzi della zona di Hakone (treni, monorotaia, bus, funivia e perfino la crociera sul lago di Ashi) ed è valido due giorni (a condizione che si pernotti nella zona di Hakone)

Il viaggio è un susseguirsi di passaggi da un mezzo di trasporto all’altro, anche se la zona è prevalentemente montuosa tutto funziona alla perfezione: scendi dal treno, prendi un altro treno, inifilati nella monorotaia e infine fai
la coda per la funiva, quando si stacca dal suolo il viso incollato al finestrino nell’entusiasmo del volo.
La funivia è come un cucchiaio che imbocca le nuvole, per un momento ci inghiottono, mandano giù,
bianco solo bianco e poi spunta sotto di noi la terra dipinta di giallo, che è zolfo che stria con la sue tinte accesse i fianchi della montagna.
Owakudani (大涌谷), la zona in cui la funivia ci sta portando, è nata a seguito dell’eruzione del Monte Hakone 3000 anni fa e non a caso il suo nome tradotto letteralmente significa Valle del Gran Bollore.

 

 

 

 
Nonostante l’area di Owakudani si trovi a più di 1000 metri d’altitudine c’è un caldo che ti si appiccica
addosso. Siamo in una zona vulcanica attiva, la terra sbuffa vampate di fumo che rimangono intrappolate sopra le nostre teste in una cappa bianca e spessa, tutto ha quell’aspetto bagnato e scivoloso non di pioggia, ma di umidità fitta.
L’aria pesante ha l’odore forte dello zolfo, più si sale più ti prende naso e polmoni, più ci si avvicina a Owakudani più l’olfatto avverte in maniera inconfondibile il grande fermento del sottosuolo.

 

 
(un cibo tipico di Owakudani sono le Kurotamago 黒卵, letteralmente uova nere. Sono chiamate così perché vengono cotte dentro l’acqua sulferea di Owakudani e il guscio per reazione chimica diventa nero)
 
 
 
 
 
   
 
 
 
 
 
Il percorso si snoda su per la montagna, tra rocce e erba, scalini in pietra che una mano distratta sembra aver lasciato lì per caso, piccoli rivoli di acqua che calda lo è per natura.
La terra un fumatore incallito rilascia dalla sua bocca screpolata un filo continuo e fitto di vapore ed è questa la magia del luogo, un ribollire infaticabile, caldo e vivo.
 
 
 
 
             (io e Ale già non sopportiamo più l’odore dello zolfo. Il paesaggio però vale tutte le sofferenze)

 

                                        (i sentieri di Owakudani sembrano la strada per un mondo di fiabe)
 
 
 
 
 
(Ale decide di ricorrere a estremi rimedi e si infila la mascherina da abitante di Tokyo. Io ho lasciato la mia a casa: perchè? Perchè?? PERCHE’???? … povero il mio naso) 
 
 
 
 
 
In cima al percorso si trova la vasca in cui le Kurotamago vengono cotte e vendute, secondo la leggenda infatti queste uova hanno la capacità di allungare di sette anni la vita di chiunque le mangi, non c’è da stupirsi che siano un prodotto molto richiesto. La gente si accalca , ferma ai tavolini fuori dal negozio, gusci di uova color ebano in piccole briciole sparsi su panche e suolo. Le pelano in fretta e poi ne dimenticano ovunque l’involucro duro e nero che è poca cosa rispetto all’uovo, morbido al morso e pieno di promesse di una vita lunga
 
 
 
            (una piccola funivia a forma di cestello porta le scatole di uova da fondo valle fino alla vasca di cottura)  
 
 
 
 
 
(i cuochi prendono le scatole, le scaricano, le aprono e inseriscono le uova in appositi cestelli da mettere nella pozza d’acqua calda)
 
 
 
 
 
 
                                                                        (ed ecco il ripescaggio delle uova)
 
 
 
 
 
 
Mi metto in coda anche io per avere il mio pacchetto di uova , elisir di lungavita, mi riprometto di mangiarle una volta tornata a Tokyo però. Lo zolfo ha vinto la battaglia contro il mio naso, la nausea regna imperitura e mangiare uova sode non mi sembra la mossa migliore. Probabilmente sono io che sono di naso delicato perché la gente attorno a me gira come se nulla fosse, mangia con altrettanta nonchalance. Un pò invidio questa loro capacità di mangiare uova sode quando l’aria intorno odora di uovo che ha visto tempi decisamente migliori.
 
 
 
                                 (un’allegra famigliola di turisti, tutti rigorosamente cappello muniti, sguscia uova)
                      
 
 
 
 
 
 
 
 
 
(questa foto esprime tutta la mia disperazione. Quella che ho sul naso è una salvietta profumata, proveniente dal pacchetto che mi porto sempre dietro, comprato al 100 yen shop) 
 
 
 
 
 
Tornate nello spiazzo della funivia, sento il bisogno di qualcosa di fresco, magari mi aiuterà a far passare il malditesta, così puntiamo al negozio di gelati per un’altra specialità del posto: il gelato
all’uovo
, questo approvato al 100% è una vera delizia!
Riprendiamo la funivia e finalmente, man mano che scendiamo verso il lago di Ashi (Ashinoko), l’aria si fa più
respirabile, la mente libera e il naso felice. Dall’alto già lo intravediamo, una distesa placida di acqua bruna tra colline fitte di verde che si bagnano i piedi immergendosi nelle sue profondità. 
 
 
 
 
 
 
(aspettando di salire sul veliero per la crociera sul lago. Ovviamente i giapponesi non si accontentano di una normale barca, quando mai? Un veliero dei pirati cinquecentesco con tanto di intarsi color oro è sicuramente più adatto)
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ci sediamo sul punto più alto della nave, il vento in faccia cercando di spiluccare un onigiri, il paesaggio intorno è incantevole ma anche se il lago è uno dei punti migliori per osservare il Fuji, il cielo è coperto, d’estate è così, il più delle volte il Fuji fa il prezioso .
La crociera porta fino alla riva opposta del lago, a Moto Hakone dove è possibile visitare il bellissimo Hakone Jinja (il tempio di Hakone) famoso per il suo enorme torii posato nelle acqua del lago. La crociera è infatti il momento migliore per scattare foto a questa meraviglia dell’archietettura giapponese.
Scese a Moto Hakone percorriamo il breve tratto che ci separa dal tempio. Questa coppia anche passeggia in riva al lago nella direzione opposta alla nostra, si staglia contro la superficie chiara dell’acqua.
 
 
 
 
 
                                          
 
 
 
 
 
 
L’Hakone Jinja si nasconde tra i boschi di questo luogo di poche case e poche persone, gli alberi altissimi che fanno il solletico al cielo si abbracciano lasciando spiragli alla luce del sole, come fili bianchi tra le foglie, l’incanto di ciò che dalla mano dell’uomo moderno è appena sfiorato.
 
 
 
Scendiamo fino al torii, gli alberi ormai così fitti e alti da rendere soffice la poca luce che riesce a infilarsi tra le fronde. Rimaniamo lì a fare foto per un tempo interminabile, il sole che si abbassa sull’orizzonte, ma la bellezza, quella genuina, vale più dei minuti che scorrono, e dei ricordi, quelli preziosi per davvero, il valore è incalcolabile. E’ qua che viene scattata uno delle foto più belle del mio soggiorno giapponese: io e Ale saltiamo al centro del torii, le mani in aria e i capelli al vento. E se si potesse esprimere in qualche maniera la leggerezza d’animo e la gioia che questo Paese riesce a darci, allora credo avrebbe questa forma.
Il sole ormai sta calando, così torniamo verso il molo, ancora una capatina fino al tratto di Tokaido conservato ad Hakone Moto e poi ci toccherà tornare a casa.

 

 

 

 

(il Tokaido era la strada che nell’antichità univa Kyoto e Tokyo costeggiando l’Oceano Pacifico. Era considerata la strada principale del Paese vista l’importanza economica, politica e culturale delle due città. Un tratto del Tokaido passava appunto per Hakone e la strada è estremamente famosa anche perché percorsa più di una volta dal grande poeta-viaggiatore Matsuo Basho)

 

Tornate a Tokyo è ormai sera , prima di tutto abbiamo bisogno di una cena abbondante e corriamo dal nostro unico, solo, insostituibile fornitore di udon: Hanamaru a Takadanobaba e poi dato che Bea e Cristina hanno voglia di assaggiare birra giapponese le portiamo dal nostro pub di fiducia.

 

 

 

——————————————————————–
Piccolo suggerimento: se avete la possibilità di pernottare ad Hakone fatelo e il giorno dopo concedetevi un bel bagno in un onsen giapponese!
Il mio consiglio è l’Hakone Kowakien Yunessun, questo onsen si divide in due zone: una in cui è obbligatorio indossare il costume e che assomiglia più a un parco acquatico (con acqua termale ovviamente) in cui si trovano molte vasche interessanti (con acqua al tè verde, al caffè, al vino, al sake), mentre l’altra zona è più un onsen tradizionale (quindi il bagno lo si fa rigorosamente nudi) –> esperienza sicuramente da fare!!
 
 
 
Se il post vi è piaciuto 😀 ricordatevi di mi piacciare
 
Ci vediamo alla Prossima Fermata gente 🙂 !!!

2 Comments

  1. arithmetic
    8 Dicembre 2017

    This blog was… hoѡ d᧐ I sаy it? Relevant!! Finally I’ve found something which helped me.
    Cheers!

    Rispondi
    1. Stefania - Prossima Fermata Giappone
      1 Gennaio 2018

      Happy that you found something that was useful in my blog 😀

      Rispondi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *