Visitare Kanazawa, piccola Kyoto o città sorprendente?

 

~ itinerario di una settimana: day 3 ~


Spesso ho sentito persone riferirsi a Kanazawa chiamandola la Piccola Kyoto, eppure ai grandi fasti dell’antica capitale non ha nulla da invidiare. Certo, anche Kanazawa mostra un Giappone antico e tradizionale, ma lo fa a modo suo.
Ci mette i suoi modi garbati e un pizzico abbondante di sorpresa. 
Se si tratta di templi, sono ninja travestiti da edifici sacri.
Se si tratta di distretti antichi non solo geishe ma anche samurai.
E se si tratta di bellezza affronta la sfida a testa alta ornandosi di uno dei giardini più famosi del Giappone.
E’ una città sorprendente fin dalla sua immensa stazione, che accoglie i passeggeri con la sua cupola a forma di ombrello chiamata Motenashi Dome in cui もてなし/motenashi è l’ospitalità, il benvenuto, e poi li abbraccia con l’immenso Tsuzumi Mon, il portale di legno che rimanda allo tsuzumi, un tipo di tamburo tradizionale giapponese.

 

 
Attraversandone le strade principali è tutto un via vai di vita, di negozi affollati e scorrere di macchine, persone piene di fretta e passi veloci. Ha grinta da vendere la città, ma i miei occhi abituati alla frenesia ipnotica di Tokyo scorgono una certa pacatezza di fondo, se potesse andrebbe più lenta Kanazawa ma non vuole rimanere indietro e alla fine si è rassegnata al fatto che un pò di confusione cittadina la deve creare anche lei, sempre con garbo però, sarà pure così che gira il mondo ma lei il garbo non se lo scorda.
 
 
 

(uno scorcio del garbo di Kanazawa, a un passo dal traffico turbolento della via principale basta allungare lo sguardo in una vetrina per scorgere meravigliosi kimono e alcune fortunate ragazze giapponesi che con il viso decorato da un sorriso li stanno provando)  
 
 
 
 
 
Qualche passo più in là in una via lontana dal caos, si trova una delle attrazioni più interessanti della città il Ninjadera, il tempio dei ninja.
Il vero nome del tempio è in realtà Myoryuji e fu costruito dalla famiglia Maeda, che governava la regione, durante il Periodo Edo. I Maeda avevano il proprio castello a Kanazawa e temendo attacchi esterni fecero diventare il tempio posto di guardia e difesa, aggiungendo tunnel nascosti, stanze segrete, trappole, creando così un vero e proprio labirinto di corridoi e scale.
Il tour del tempio è esclusivamente in giapponese, ma non lasciate che questo vi fermi, più che una una semplice visita a un monumento la considererei un’avventura in un mondo ninja che non avrete occasione di fare da nessun’altra parte!! 



 

(questi ragazzi ci hanno inseguite per fare una foto con noi, regalandoci poi le armi ninja che hanno in mano… cose che capitano
in Giappone …) 
 
 
 
 
    (l’entrata del Ninjadera, tutti a togliersi le scarpe prima di entrare) 
 
 
 
 
 
Si procede poi verso Nagamachi, il distretto dei samurai che ancora oggi conserva quella sua aria di altri tempi, tra strette stradine in pietra, muri di terra e antiche residenze di samurai ci si immerge nell’atmosfera del Periodo Edo.
Come sempre di questi luoghi a cui il mio occhi italiano non è abituato piace il senso di scoperta, diversa storia e diverso modo di vivere di guerrieri ammantati di fascino di un Paese lontano.
 
 
 

    (i muri in terra caratteristici di Nagamachi)
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 
L’abitazione più importante tra quelle presenti nel distretto è la Nomura-ke, appartenuta a una famiglia samurai di alto rango, e che lascia immaginare come dovesse essere la vita all’epoca per i membri di una classe guerriera che aveva man mano abbandonato la sua funzione bellica per appropriarsi di quella artistica e letteraria.
 
 

 
 
 
E’ il piccolissimo giardino a suscitare secondo me vera meraviglia dando vita a uno scenario di incredibile bellezza. Vengono riproposti in uno spazio ristretto gli elementi classici del giardino giapponese: il ponte in pietra, il laghetto con le carpe, ci si ritrova avvolti da quella natura progettata per il piacere dell’occhio umano.
E’ accogliente, intimo, nato per la pace dell’osservatore e in nome della raffinatezza. 











                 (è così bello che sembra uscito da una favola, non pensate?) 
 
 
 
 
 
 
Di giardino in giardino, passando velocemente per il Tempio Oyama (dedicato a Maeda Toshiie, il primo Signore del clan Maeda, che ha come particolarità quella di essere stato progettato da un architetto olandese e racchiudere quindi elementi giapponesi, cinesi ma anche europei)
giungiamo infine al famosissimo Kenrokuen, simbolo per eccellenza di Kanzawa.
 
Questo stupendo giardino, voluto dai Maeda nel 17°secolo, è considerato uno dei tre più bei giardini giapponesi insieme al Kairakuen di Mito e al Korakuen di Okayama, non a caso il nome Kenrokuen/兼六園 significa “giardino delle sei sublimità” riferendosi a sei attributi che rendono un giardino perfetto: ampiezza, tranquillità, artificio, antichità, abbondanza d’acqua e vista meravigliosa.
 
Di certo il Kenrokuen si è agghindato di tutti questi elementi, e sebbene ancora una volta indirizzato dalla mano umana, poichè segue i dettami di un’arte del tutto particolare, riesce a mostrare la natura giapponese in tutta la sua bellezza. Gli occhi si perdono in quel cielo senza fine che si specchia sulla superficie dell’acqua, gli alberi raddoppiano tra le increspature tremule del laghetto sottostante. 
 
 

(sulla sinistra la Uchihashi-teiuna casa da tè che pare fluttuare sulle acque della Kasumiga-ike, il laghetto più grande del Kenrokuen. Sulla destra al centro della Kasumiga-ike l’isola Horai
 
 
 

 
 
 
 
 

(uno degli scenari più famosi del Kenrokuen: sulla sinistra i Karasaki Matsu, pini neri piantati tramite semi portati fin qui dal Lago Biwa e sulla destra la Kotojitoro, la lanterna Kotoji che rimanda alla forma del sostegno del koto,l’arpa giapponese) 
 
 
 

(di questo giardino ciò che spicca è l’attenzione, non solo nel dargli forma, ma soprattutto nel prendersene cura anche ai giorni nostri: una delle giardiniere all’opera)
 
 
 
 
 
    (altre giardiniere che rimuovono l’erba in eccesso a mano) 
 
 
 
 
 
Subito a fianco del Kenrokuen ci si può addentrare nel Castello di Kanazawa, sede dal 1583 per 280 anni del Clan Maeda che governava un territorio secondo per dimensioni e ricchezza solo a quello dei Tokugawa. Il castello è stato più volte colpito da incendi e ricostruito nel corso dei secoli e in tempi recenti oggetto di lavori di ristrutturazione che hanno portato alla graduale riapertura delle varie aree. 
 
 

    (un bellissimo scorcio del castello e alcuni colorati yukata)
 
 
 
 
 
L’ultima zona di Kanazawa che non ci si può assolutamente perdere è l’Higashichaya, il distretto delle case da tè e delle geishe.
Le chaya erano i luoghi in cui le geishe intrattenevano i clienti esibendosi in canto e danza e si trovavano in quartieri appositi dedicati ai divertimenti.
Una lunga via e stretti vicoli di edifici in legno, mentre il sole cala e inonda di giallo e arancio la strada l’atmosfera che si respira è di una surreale tranquillità.

 

(elemento caratteristico delle chaya è il kimusuko, la grata esterna presente al primo piano)
(una carinissima coppia in yukata) 

 

 

Tra le diverse chaya presenti molte sono state trasformate in ristorantio negozi di vario tipo, ma la Shima Teahouse rimane tutt’oggi  aperta ai turisti, che non solo possono visitarla e immergersi nel mondo fluttuante delle geishe ma partecipare anche ad una piccola cerimonia del tè.
Comprato il biglietto e terminata la visita è con questo momento di grande piacere e relax che decidiamo di concludere la giornata: una tazza di tè in mano, si sorseggia piano in modo che la lingua impari il gusto e ci si lascia avvolgere dalle atmosfere zen di questo luogo che nel passato ancora un pò ci vive.
 
 
 
   
 
 
 
 
 
(piccola cerimonia con tè matcha e wagashi. Il matcha preparato in questa maniera non ha niente a che vedere con il comune tè verde ed è di una bontà indescrivibile. I wagashi sono invece i dolci tipici giapponesi, la signora della chaya ci spiega che questo wagashi rappresenta una cascata: l’azzurro è l’acqua che scorre e le piccole scaglie trasparenti sulla punta del dolce rimandano alla spuma che si forma sul pelo dell’acqua in movimento) 
 
 
 
(la piccola sala da tè in cui si fa la cerimonia si affaccia su un altrettanto piccolo giardino zen interno) 
 
 
 
 
 
Prima di salutarvi voglio presentarvi l’ostello carinissimo in cui abbiamo pernottato, molto vicino alla stazione e al centro.
Si chiama Guesthouse Namaste e ci siamo trovate benissimo, quindi non posso fare altro che consigliarlo!! 
 
 

                 (la nostra camera in stile tradizionale con tatami e futon)
 
 
 
 
 
 
Per scoprire di più sull’itinerario di una settimana in giro per il Giappone ☆*:. o(≧ ▽ ≦)o
.:*

→ Matsumoto ~ day 1

 
Cosa ne pensate di Kanazawa? 🙂 se questo post vi è stato utile e lo avete trovato interessante fatemelo sapere nei commenti e lasciate un like su
 

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Ci vediamo alla Prossima Fermata gente ⊂(。・ω・。)⊃ !!!




































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4 Comments

  1. Giulia
    22 Gennaio 2018

    A maggio andrò in Giappone con il mio compagno e volevamo anche includere Kanazawa nell’itinerario, vediamo un po’ cosa riusciremo a combinare 🙂

    Rispondi
    1. Stefania - Prossima Fermata Giappone
      22 Gennaio 2018

      Ma allora se avete tempo potremmo organizzare per vederci una volta 😀
      Kanazawa, se avete tempo, secondo me è da inserire. Mi aveva veramente sorpreso in positivo! Ha delle vere chicche che sono sicura vi rimarrebbero nel cuore!

      Rispondi
  2. Laura
    28 Febbraio 2019

    Stefania, queste tue recensioni sono veramente eccellenti. Ti vorrei ringraziare perchè mi hai aiutato a pianificare il mio primo viaggio passo per passo. Le foto, poi, sono bellissime: complimenti!!

    Rispondi
    1. Stefania - Prossima Fermata Giappone
      12 Marzo 2019

      Ti ringrazio Laura! Dove andrai di bello ? 😀

      Rispondi

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