Tanabata – dove partecipare al festival delle stelle a Tokyo

 

Fin da piccola sono sempre stata, forse in maniera perfino inspiegabile, affascinata dalla leggenda del Tanabata.

Vi ho sempre ritrovato, ritornandovi ad età diverse, un insegnamento dolce amaro e al contempo dai toni estremamente giapponesi nelle vicende di Orihime e Hikoboshi (le stelle Vega e Altair), i due innamorati condannati ad una vita di separazione sulle due sponde del Fiume della Via Lattea, con l’eccezione di un solo incontro l’anno, la settima notte del settimo mese.

Leggo tra le righe, in un certo senso, quella serena accettazione giapponese verso l’accadere degli eventi, un’arte della resilienza che trova la sua culla fin nel folklore, tanto da avermi sempre fatto pensare che questo popolo mite abbia in alcuni casi una tempra , a dire il vero, invidiabile.                                                                                                                     Ci racconta dell’amare, del pazientare, del non dire. E’una storia dolorosa quella del Tanabata, ma che la dice lunga su cosa si sia disposti a fare per amore.

Sono cresciuta con il fascino delle luci di questa festa, la brillantezza lucida delle sue decorazioni, il rumoroso colorarsi che la accompagna, perché nonostante tutto il Tanabata, e forse viste le premesse potrebbe non sembrarlo, rimane una delle più alte celebrazioni di gioia.