Fin da piccola sono sempre stata, forse in maniera perfino inspiegabile, affascinata dalla leggenda del Tanabata.
Vi ho sempre ritrovato, ritornandovi ad età diverse, un insegnamento dolce amaro e al contempo dai toni estremamente giapponesi nelle vicende di Orihime e Hikoboshi (le stelle Vega e Altair), i due innamorati condannati ad una vita di separazione sulle due sponde del Fiume della Via Lattea, con l’eccezione di un solo incontro l’anno, la settima notte del settimo mese.
Leggo tra le righe, in un certo senso, quella serena accettazione giapponese verso l’accadere degli eventi, un’arte della resilienza che trova la sua culla fin nel folklore, tanto da avermi sempre fatto pensare che questo popolo mite abbia in alcuni casi una tempra , a dire il vero, invidiabile. Ci racconta dell’amare, del pazientare, del non dire. E’una storia dolorosa quella del Tanabata, ma che la dice lunga su cosa si sia disposti a fare per amore.
Sono cresciuta con il fascino delle luci di questa festa, la brillantezza lucida delle sue decorazioni, il rumoroso colorarsi che la accompagna, perché nonostante tutto il Tanabata, e forse viste le premesse potrebbe non sembrarlo, rimane una delle più alte celebrazioni di gioia.
Ci sono, in verità, molti siti che riportano in dettaglio la storia del Tanabata nelle sue varie versioni, oggi però non sono qui per parlarvene nuovamente, almeno non del tutto, vorrei piuttosto potervi raccontare dell’atmosfera che questo matsuri porta con se, di quanto tra tutti i matsuri giapponesi sia quello che più mi fa provare un tuffo al cuore.
Mi infilo in una via decorata, la città che per un attimo diventa un libro da colorare, e mi pare di essere a testa in giù su una montagna russa a ridere follemente. Nel mio immaginario, forse per affetto ormai, è non solo il matsuri per eccellenza, ma quello a cui più di tutti avevo sempre voluto prendere parte.
Nel Tanabata concreto e terreno, proprio come nella leggenda da cui nasce, si riversa un’insolita dose di magia, un trucco di trasformismo della città, una meraviglia che luccica, come quando si lanciano le stelle filanti e finiscono ovunque sul pavimento, operandovi una metamorfosi ai brillantini.
Due sono i Tanbata Matsuri a cui ho avuto modo di partecipare finora: > il primo lo Shitamachi Tanabata Matsuri che si svolge solitamente intorno al 7 Luglio, > il secondo l’Asagaya Tanabata Matsuri che invece, seguendo un calendario diverso, viene celebrato a inizio Agosto. Due tipi di Tanabata diversi, ma a cui a pari modo consiglio con tutto il cuore di partecipare (magari armati di yukata), se vi trovate in viaggio in Giappone in corrispondenza di queste date.
E’ il momento in cui sono arrivata allo Shitamachi Tanabata Matsuri però quello che ancora adesso mi balena davanti straordinario.
E’ l’attimo irripetibile di una giornata caldissima a Tokyo, l’asfalto che sfrigola come caramello sul fuoco e la libertà di un leggerissimo vestito a fiori, in mezzo a quella matassa di persone l’aria che sembra una coltre immobile, densa di luce, quasi dovessi spostare una tenda per accedere a quel paesaggio fiammeggiante. Pesante di pulviscolo come solo l’estate a Tokyo può esserlo.
Giù in fondo a Kappabashi Dori l’azzurro di una giornata serena tinto sulla pelle cangiante dello Skytree, per strada mi pare tutto stia frusciando, giù i corpi della folla accaldata, in alto il brusio delle lunghe metalliche decorazioni del Tanabata. Sono steli di festa, longilinei fiori variopinti di carta, come quelli che Orihime, la dea tessitrice, intreccia in cielo.
I fukinagashi si arricciano mossi dal vento, attraversati da quel pulviscolo restituiscono i più strani bagliori, si allungano luccicanti, oro, fuxia, blu. La tavolozza della gioia schiantata contro il cemento. Arcobaleni piegati da mani umane, intelaiati come stelle nel tessuto urbano tutt’intorno e io che rimango ferma in mezzo a Kappabashi, mentre Tokyo mi balla di fianco roteando le gonne variopinte, ogni volta, nonostante tutto, incapace di credere quanto questa immensa città possa essere bella. Sui bordi, a ricoprire i marciapiedi, kappa e tanzaku rivestiti di sogni, ballerini su rami di bambù, cuciti ad origami ed omamori scritti a mano. Qui è il Tanabata che rivela il suo vero volto, più che il ricordo di una dolorosa storia d’amore, la notte in cui ogni desiderio è possibile. I giapponesi abbandonano sulla carta i propri desideri, li affidano a questa giornata, perché se Orihime e Hikoboshi, nonostante le difficoltà sono infine riusciti ad incontrarsi, ogni cosa durante il Tanabata può davvero realizzarsi.
Si avvicina una signora anziana, affacciata all’uscio del suo negozio ricoperto di stelle filanti, credo in fondo di avere in viso l’espressione di un bambino che sogna, in qualche modo intuisce, e piano mi dice: “Se vuoi puoi portarne una a casa, scegli quella che più ti piace, le ho fatte io a mano“. Taglia per me un pezzetto di ramo e mi posa tra le dita una delle decorazioni del Tanabata, “Continua ad apprezzare il Giappone per favore” e senza aggiungere altro ritorna all’uscio del suo colorato negozio. Non sa di avermi appena offerto qualcosa che non ha prezzo, un ritaglio privato di festa, ma soprattutto, in questa confusionaria, enorme città, in mezzo al bagliore dei fukinagashi, un momento di disinteressata, dolcissima e inaspettata gentilezza. Ancora oggi, se guardo quella decorazione appesa in camera mia, qui a Tokyo, mi viene istintivamente da sorridere, ripenso a quella signora durante un colorato Tanabata e alla bontà del suo piccolo gesto.
Ti piacerebbe partecipare al Tanabata 😀 ? Fammi sapere cosa ne pensi nei commenti!!
Se i miei racconti di viaggio e vita in Giappone ti sono piaciuti poi trovarmi quotidianamente anche su
Ci vediamo alla Prossima Fermata 😀
25 Agosto 2018
La signora del negozietto è stata davvero gentilissima, ti ha fatto davvero un regalo di straordinaria importanza! La cosa bella dei tuoi racconti è che sembra di essere lì per davvero. Ho sentito la magia intorno a me e mi è sembrato di vedere i colori e le luci di questa “festa”straordinaria. Poi il pensiero che proprio in quella sera specifica tutto si possa realizzare, rende l’atmosfera ancora pi incredibile. Quante emozioni e quanti ricordi ti sta regalando il Giappone!
9 Settembre 2018
Conservo la decorazione del Tanabata con tanta cura, è stato qualcosa di unico per me! Alle volte le persone qui ti sorprendono con questa disinteressata gentilezza che semplicemente ti riempie il cuore!Sono felice di essere riuscita a portarti un po’ dell’atmosfera di questa festa incredibile 😀