Prossima Fermata: 12 giorni in Scozia, Edimburgo ~ le atmosfere di Harry Potter

~ itinerario di 12 giorni in Scozia: day 3, 4 & 5 ~

Al contrario di Glasgow, Edimburgo è una città piena, non caotica, ma febbricitante di vita,

agghindata di persone.

E’ una città colorata, calda, fatta di mattoncini bruni del colore della terra arsa dal sole, è una città della quale pensi “qui ci vivrei e ci vivrei bene”.

E’ piccolina ma accogliente, piccolina ma movimentata, ti lascia addosso un pò quel suo sapore antico, delle tante piccole cose meravigliose che custodisce, un pò del suo verde e soprattutto la sua gioia di vivere …

 

Arriviamo a Edimburgo in mattinata con un bel diretto da Glasgow (per sapere di più su come spostarsi da una città scozzese all’altra vi rimando al → primo post dedicato alla Scozia ) e cominciamo la giornata con una sana scarpinata fino all’ostello con conseguente primo assaggio di trascinamento di valigia che ci accompagnerà per il resto della vacanza, raggiungendo punte estreme nei dintorni di Inverness. 

E niente, nemmeno questa volta l’ostello si trova … sfiga cronica? Ira funesta della sorte? Lacrime e io che inizio a strapparmi i miei tanti capelli? … no, semplicemente l’ostello aveva deciso di camuffarsi da chiesa … sì, sì avete capito bene, campanile, rosone stile gotico colorato e tutto l’armamentario, dentro poi ci hanno fatto un bell’ostello. 

Agli scozzesi piace sconsacrare chiese, lasciarle esternamente uguali (in modo da non dare indizi ai poveri disperati che arrivano) e costruirci dentro cose che non c’entrano un tubo, evviva la Scozia burlona!! 

Lasciate le valigie, non perdiamo tempo e ci dirigiamo verso il Royal Mile, il miglio reale che collega l’antico castello di Edimburgo all’attuale residenza scozzese dei reali d’Inghilterra.

Poiché la città, come la nostra Roma, è costruita su colli, l’antico castello svetta da lontano sul suo cucuzzolo verdeScozia e ci dà il benvenuto.

 

Se Diagon Alley esistesse nel mondo babbano probabilmente sarebbe il Royal Mile, che si stringe e si allarga stretto completamente da entrambi i lati tra edifici antichi di mattoncini bruni o nero pece, piccoli negozi in legno, vetrine colorate, bakery e fish&chips, i caratteristici close o wynd, passaggi scavati nella pietra degli edifici per passare dal Royal Mile alle vie parallele o portare a nascosti cortili interni e i pends ripidissimi vicoli che scendono giù dalla collina.

Si rivela così, tra questi anfratti, il carattere gotico e medievale della città, tutta da scoprire, tutta da percorrere.

Il lungo miglio che collega in discesa i due castelli della città si divide in 4 parti, ognuna con le proprie particolarità.

C’è Castlehill, la zona del Royal Mile più a ridosso del castello, e il suo Ramsey Garden, un agglomerato di casette pittoresche dalle forme bizzarre e dai dettagli vermigli, e il The Hub  l’imponente chiesa nera che svetta soffocata tra mura in pietra e l’entrata del castello, anche essa sconsacrata e oggi spazio espositivo/caffè/teatro (gli scozzesi e le chiese hanno dei rapporti complicati, poi non dite che non vi ho avvisato … voi volete fare una preghierina e magari finisce invece che vi servono un cappuccino con tanto di intrattenimento musicale).

Da Castlehill si passa a Lawnmarket, un tempo antico mercato della città.

Si scende poi verso High Street, la parte centrale del Miglio Reale, quella più larga, dove la città prende un attimo di respiro, pur sempre attorniata dalle pietre grigie dei suoi edifici medievali.

E infine Canongate, il pezzo finale della via che si allunga fino all’Holyrood Palace.

 

 

 

 

 

Decidiamo come prima cosa di visitare il Castello di Edimburgo (£16.50) la bellissima roccaforte medievale che domina la città dall’alto e che mai, durante tutti i secoli della sua esistenza, è stata espugnata da soldati nemici.

Non è solo un luogo interessante dal punto di vista storico o  un modo per scoprire le origini della città ma si classifica anche, secondo me, tra i 3 migliori punti panoramici di Edimburgo.

Scendendo lungo il Miglio si incontra prima il Tartan Weaving Mall, un enorme negozio interamente dedicato al bellissimo tartan scozzese e poi l’edificio del The Scotch Whisky Experience, un centro dedicato alla produzione del whisky, uno dei più importanti prodotti scozzesi, di cui però vi consiglio la visita solo se non avete in programma un giro in una vera distilleria scozzese.

Io avrei voluto visitare la Glenfiddich, ma per mancanza di tempo (e davvero a malincuore) ho dovuto rinunciare a questa esperienza, vi lascio però il link del loro tour base che costa solo £10, dura 1h30 e prevede l’assaggio di diversi whisky    Glenfiddich Tour

Proseguendo lungo la via ci si imbatte nella gotica cattedrale di Edimburgo, la High Kirk of St. Giles, anche lei scura e imponente, anche lei abbracciata strettamente dagli edifici in pietra del Miglio. Subito di fronte il Parliament House, l’antico parlamento scozzese e sul selciato il caratteristico Heart of Midlothian, ad indicare il luogo nel quale un tempo sorgeva il carcere cittadino.

Più si scende lungo il percorso più il paesaggio cambia, dai colori arancio e ocra di Castlehill, al nero della cattedrale in uno scorcio di quello che è l’unico spazio aperto del Miglio, fino al grigio della parte più autenticamente gotica del Royal Mile , Canongate.

Uno degli edifici più interessanti in questa zona è sicuramente la Tolbooth Tavern, antico palazzo dalla facciata medievale ed oggi pub.

 

 

 

 

 

 

 

Giunti alla fine del Royal Mile torniamo indietro e ci fermiamo proprio a Canongate, prima per un ciccionissimo cupcake da Mimi’s Bakehouse (e se c’è una cosa che in Scozia sanno fare sono i dolci in stile British o americano, quindi dateci dentro di cheese cake, carrot cake, cupcakes e tracannate tè per accompagnare come se non ci fosse un domani … praticamente il paradiso per i drogati di tè e dolcetti come me), e poi per un altrettanto ciccionissimo e ottimo fish & chips da Clam Shell. Qua ci adeguiamo alle usanze del luogo: cena alle 18.30 e poi di nuovo in giro, e a noi chi ci distrugge?

 

 

 

 

 

 

Optiamo per una passeggiata nei Princess Gardens, i lunghi, stretti e verdissimi giardini che costeggiano da una parte Princess Street, la via commerciale di Edimburgo e dall’altra la collina su cui sorge il Castello. Ci sediamo sul prato, insieme a un miliardo di altri scozzesi, complice la caldissima giornata (quantomeno per le temperature scozzesi è festa grande) e ci godiamo il tepore del sole che cala con vista Castello di Edimburgo.

Edimburgo è una città viva, vibrante, in pace con se stessa e nei suoi giardini più importanti, sdraiata sull’erba, ne avverto tutta la serenità.

Tornando verso l’ostello ci coglie poi di sorpresa uno scorcio magnifico della città, il tramonto che tinge d’arancio i volti grigi di una serie di villette a schiera tutte identiche,  facendo sue anche le guglie di un’altra chiesa gotica che spunta al fondo della strada.

 

 

 

 

 

 

 

Il giorno seguente dopo una bella colazione a base di tè (potrei mai farmelo mancare?), lamponi (che qua danno via a prezzi ridicoli) e biscotti portati dall’Italia (perché siamo poveri) saliamo su un autobus (il n° 6 e il n° 35 fermano vicino al palazzo) diretti all‘Holyrood Palace, la residenza scozzese di Sua Maestà l’immortale highlander Elisabetta.

All’interno di questo palazzo, estremamente diverso per architettura e scopi dal Castello di Edimburgo, è custodito un’altro pezzetto di storia scozzese, quella legata appunto ai reali di Inghilterra.

Del Palazzo si possono visitare le varie stanze completamente arredate e i giardini, in cui si trovano anche le stupende rovine della Holyrood Abbey (£12).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Finita la visita ci dirigiamo a piedi alle pendici di quello che è per me il luogo più bello di tutta Edimburgo, l’Arthur’s Seat, un pendio erboso alto 250 metri che per i suoi paesaggi trascina in una Scozia del tutto magica.

Distese di erba alta e verde, tra giunchi gialli mossi dal vento e l’impressione di riuscire a toccare il cielo.

E’ ciò che ho amato di Edimburgo, quel suo pizzico di Medioevo e una spolverata di Scozia delle fate, ti trovi davanti a paesaggi del genere e non fai fatica a credere che quelle leggende siano un pò realtà.

La Scozia è una terra di magia, lo si sente, lo si respira.

Conquistata la cima la città si stende ai tuoi piedi, in lontananza la Cattedrale e il Castello, e una marea di emozioni.

L’Arthur’s Seat è il punto panoramico migliore della città, un altro ottimo punto panoramico è sicuramente la super fotografata Calton Hill, su cui si trovano anche il Nelson Monument, un tempio greco che è in realtà il National Monument of Scotland, il Dugald Stewart’s Monument e l’osservatorio cittadino.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ritornati, sempre rigorosamente a piedi, al Royal Mile ci fermiamo per una sorta di strano pranzo-tè delle cinque (ma alle 2 di pomeriggio) alla Clarinda’s Tea Room, la sala da tè che avevo puntato già in Italia e varcata l’entrata non vengo delusa, è come essere in una casa delle bambole, i muri pastello ricoperti di piattini della nonna decorati e orologi di tutte le dimensioni, piccoli quadretti antichi e pizzi e merletti a coprire le superfici, abat-jour, tazze, teiere. Ogni angolino della stanza fa pensare a una scatola dei ricordi, alle cianfrusaglie care e consumate che una persona non ha mai il coraggio di gettar via.

Scelgo dal menù la specialità della casa, la tanto sognata e buonissima carrot cake, una torta di carote e glassa al burro che accompagno con un tè al mango (e se posso dirlo sono un’accoppiata vincente … andate e mangiate gente).

Aspetto l’infusione, l’odore di mango caldo mi solletica il naso, anche la teiera, la tazza e il piatto sono qualcosa a metà tra quei servizi da tè con cui si gioca da bambine, qualcosa di rubato alla dispensa della nonna per fingersi grandi, e il servizio che immagini potrebbe avere una principessa, ci penso affondando il cucchiaino nella glassa, rido e mangio.

 

 

 

 

 

 

 

 

Riempita la pancia proseguiamo lungo Cowgate, la strada parallela al Royal Mile e raggiungiamo la colorata zona di Grassmarket, una piazza-mercato che si trova proprio sotto il Castello e in cui si vendono oggettini d’antiquariato, piccole cose più o meno vintage. La piazza si arriccia in una lunga salita circondata da edifici multicolor, arancio, blu, bianco, rosso, spuntano tra i tipici mattoncini ocra di Edimburgo. C’è addirittura un negozio di scherzi che mi ricorda in maniera tremenda i “Tiri Vispi Weasly” (lacrimuccia).

Camminiamo poi fino a Princess Street per dare un’occhiata allo Scott Monument e in quel momento la mia borsa, dopo soli due giorni di Scozia, decide di farmi presente che lei il resto del viaggio non vuole farlo e si autodistrugge stile dispositivo di James Bond.

La cinghia cede e addio borsa.

Così, perché ho bisogno di una scusa (ma anche no) entro da Primark, oltre a compare una camicia favolosa (che ancora adesso porto con aria da questacamiciaètroppofiga), finisce che mi ritrovo con Peru (abbreviazione di Peruviano), lo zainetto dai disegni peruviani/etnici che tanto andavano di moda quell’estate, e che diventerà compagno di molte avventure viaggerecce (si ho dato un nome allo zaino … portate pazienza… la cosa bella è che ora anche il resto della mia famiglia e il mio ragazzo quando si riferiscono a lui non dicono “lo zainetto” ma “Peru”).

Torniamo ancora una volta al Royal Mile, la strada è affolatissima, in giro è pieno di gente che distribuisce volantini, chi ci invita a entrare in un ristorante, chi a un concerto, chi a uno spettacolo teatrele, è il momento in cui più prendo coscienza che Edimburgo è una città vitale, piena di voglia di fare e divertirsi. Saremo anche a nord eppure ne avverto tutto il calore, gli scozzesi sono un popolo caloroso, gentile, tanto quanto la loro terra magnifica.

Sono anche i giorni del Military Tattoo, la stupenda parata militare scozzese con cornamuse e soldati in kilt di cui però non sono riuscita a procurarmi i biglietti, significa musica, festa, fuochi d’artificio in città.

L’intera Edimburgo è come percorsa da questa scarica di gioia e mentre mi faccio largo tra la folla avvisto da lontano un festival di cucina internazionale, c’è chi prepara churros, chi bratwurst e chi mi convince a comprare da lui con la sola imposizione del magico scatolotto da asporto cinese che si vede sempre in tutti i film americani. E cena con spaghetti saltati alla piastra nel magico scatolotto sia, giusto per concludere questa seconda giornata ad Edimburgo realizzando uno dei miei sogni di bambina.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*Prima di concludere volevo lasciarvi alcuni consigli utili* 

Ricordatevi la carta di credito se avete intenzione di noleggiare una macchina per un qualche motivo … sembrerà un consiglio ovvio, ma ora vi spiego il perché di questo monito e poi giuro anche che la smetto con i racconti delle sfighe di questo viaggio (anche perché fortunatamente non ce ne sono capitate altre):

Avevamo noleggiato (e pagato l’acconto) per una macchina dato che il terzo giorno partendo da Edimburgo volevamo dirigerci verso i Borders Scozzesi per visitare 3 luoghi, e dato che era Domenica (giorno in cui i mezzi circolano con scarsa frequenza) la macchina sarebbe stata molto più comoda per raggiungere questi 3 posti lontani. E che succede?

Il mio ragazzo lascia in Italia la carta di credito (le carte di debito ovviamente non le accettano per il saldo e nemmeno i contanti) e quindi per noi niente macchina, di conseguenza niente visite … è stata una giornata alquanto nera … quindi RICORDATEVI LA CARTA DI CREDITO.

I 3 luoghi che avrei voluto visitare erano:

→ Rosslyn Chapel, famosa per le sue splendide decorazioni interne, tra cui quello che è definito “il soffitto indecifrabile” a causa di una decorazione che sembra un codice appunto mai decifrato, è anche la chiesa che viene citata nel “Codice Da Vinci” e che secondo alcune teorie sarebbe o sarebbe stata il nascondiglio del Sacro Graal 

→ Melrose Abbey,  abbazia risalente al 1136 nel mezzo del verde scozzese, di un ‘eleganza e bellezza unica 

→ Alnwick Castle, è il castello che ha fatto da Hogwarts per i primi due film di Harry Potter, devo aggiungere altro? (sentite il rumore del mio cuore che si spezza per non esserci potuta andare?)

(il castello è raggiungibile anche in treno da Edimburgo, una volta scesi dal treno si deve prendere ancora un pullman, cosa che potete fare se intendete dedicare la giornata solo al castello, e nel caso capitaste di domenica, se avete la pazienza di adeguarvi agli orari di treni e bus) 

A me è dispiaciuto tantissimo non poter visitare questi 3 luoghi, ma spero che possa essere uno spunto per un vostro futuro viaggio.

Ostello e Airbnb 

→ Belford Hostel, ve lo consiglio se avete poche pretese e volete spendere poco, è il tipico ostello di basso-medio livello, sala comune rumorosissima, camerata pulita (anche se non l’ho mai vista con la luce accesa lol c’era gente che dormiva fino a tardi e gente che andava a dormire prestissimo quindi luce perennemente spenta) e bagni decisamente meh, però sono dell’idea che se si deve spendere poco alla fine dentro un ostello si dorme solo e pazienza. 

→ Village House a Westlinton con Airbnb, per il terzo giorno a Edimburgo abbiamo affittato due camere a casa di questa signora tramite Airbnb. Si è rivelata una padrona di casa gentilissima e non vi dico la sua gioia quando abbiamo deciso di farle della pasta con sugo fatto di avanzi random del suo frigo, quasi una pasta da dieci stelle michelin (credici). Anche il villaggio (che era fuori Edimburgo) era carinissimo, un antico villaggio di minatori, molto caratteristico. 


Per spostarsi da una città all’altra

vi rimando al primo post sulla Scozia in cui spiego dettagliatamente il Citylink Explorer Pass → 12 Giorni in Scozia, Glasgow 





Per scoprire di più sull’itinerario di 12 giorni in giro per la Scozia *:. o(≧ ▽ ≦)o .:*

→ Glasgow ~ day 1,2  

→ Aberdeen e Dunotter Castle ~ day 6

→ Inverness e Loch Ness ~ day 7 

→ Thurso e Whaligoe Steps ~ day 8




Cosa ne pensate di questo itinerario a Edimburgo?  (*^ ^)


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